CONFERENZA NAZIONALE DELLA FAMIGLIA Firenze, 24-26 maggio 2007
SESSIONE SU “LA FAMIGLIA CHE ACCOGLIE”
Relazione introduttiva del coordinatore dei lavori del gruppo adozione nazionale e internazionale
di Luigi Fadiga
A) Promuovere e sostenere il valore dell’accoglienza familiare
1. Nell’adozione legittimante, sia nazionale che internazionale, l’accoglienza familiare si esprime nella sua misura massima. L’adozione infatti è un’accoglienza totale e definitiva. Proprio per ciò, in questa materia assumono un ruolo di particolare rilevanza le motivazioni che inducono o determinano la famiglia all’accoglienza adottiva.
Esse infatti devono fondarsi (come bene ha sottolineato l’art. 29 bis della legge 1983 n. 184) – non su un bisogno degli aspiranti genitori adottivi, ma su una loro disponibilità, su una loro apertura verso l’altro, e cioè verso un minore in stato di abbandono. La famiglia accogliente, nell’adozione dei minori, è dunque una risorsa per mezzo della quale si risponde al bisogno/diritto del minore a una famiglia, e non viceversa. In altre parole, mentre gli aspiranti genitori adottivi non hanno un diritto ad ottenere un bambino in adozione (cfr. Corte cost., 6.6.2001, n. 192), il bambino in stato di abbandono ha un diritto soggettivo perfetto ad avere una nuova famiglia. Questo si ricava dall’art. 1 della legge 1983 n. 184 come modificato dall’art. 3 della legge 28 marzo 2001 n. 149, e questo è affermato solennemente dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo (art. 21: in materia di adozione dei minori “l’interesse superiore del minore deve essere la considération primordiale), e, per l’adozione internazionale, dalla Convenzione de L’Aja del 29 maggio 1993 (art. 4).