Per la famiglia giudici ad hoc di Fernando Santosuosso
I problemi della giustizia minorile si inquadrano tra quelli relativi ai vari e complessi aspetti della famiglia, in continua evoluzione, e di estrema delicatezza, per cui vanno approfonditi e discussi serenamente, per verificare se si possa fare qualche passo avanti. Non ci si può acquietare aprioristicamente affermando che la delinquenza minorile è in diminuzione, che il nostro sistema giudiziario in materia ci viene invidiato da tutto il mondo e non è suscettibile di miglioramento.
Ci sono questioni aperte sulla materia minorile e sulla famiglia di cui si discute da molto tempo e che sarebbe opportuno rivisitare alla luce dell'esperienza degli ultimi tempi. Se da una parte non è saggio abbandonare con disinvoltura strade già positivamente percorse, non si dovrebbe nemmeno restare chiusi in un assoluto misoneismo, talvolta solo per difendere posizioni personali acquisite. Tanto meno ci si dovrebbe nascondere dietro l'affermazione di un possibile pericolo per i "bambini", perché nessuno contesta la sacrosanta tutela dei minori contro le violenze della società, ma è altrettanto necessaria la tutela della società dalle violenze dei sedicenni e diciassettenni. Specie di recente, si sono verificati delitti di minorenni tanto efferati quanto coscienti, e occorre rivedere e approfondire il problema se in questi casi sia sempre sufficiente ed efficace recuperarli unicamente con il lavoro sociale. Accantonando per ora questa tematica, come anche quella sulla funzione degli esperti (nel compito di esprimere pareri o anche di comporre i collegi giudicanti), vorrei toccare un solo aspetto del complesso quadro problematico della materia: quello dell'unificazione delle diverse competenze riguardanti la famiglia presso un unico giudice, dotato di specifica formazione, possibilmente con più diffusa presenza di quanto non siano i soli 29 tribunali minorili per tutto il territorio nazionale. Tale unificazione risponde a un'esigenza di cui si parla da decenni, auspicandosi da molte parti l'opportunità della concentrazione - specie in materia civile e di volontaria giurisdizione - presso un "giudice della famiglia" di tutti i provvedimenti relativi sia ai coniugi che ai minori: è abbastanza evidente che i problemi coniugali vanno risolti tenendo conto anche dei bisogni dei figli e, viceversa, il disadattamento dei minori è il risultato di una famiglia in crisi. È significativo in proposito che una recente proposta prevede che nella domanda di separazione personale dinanzi al giudice ordinario debba essere precisato un programma relativo alla crescita dei figli, con particolare riguardo all'educazione scolastica e culturale, all'abitazione, alle esigenze economiche, di salute e sportive. Peraltro oggi accade che il tribunale dei minori, ai fini di provvedimenti di sua competenza , non conosca direttamente tutto quanto sia emerso in sede di separazione, divorzio o nullità del matrimonio. Inoltre, con l'unificazione si avrebbe una più ampia utilizzazione di magistrati, personale e servizi ausiliari, evitando soprattutto l'assurdità delle attuali lunghe dispute sui conflitti di competenza funzionale che sorgono tra le varie autorità giudiziarie previste dalle vigenti norme in ordine ai provvedimenti che riguardano lo stesso nucleo familiare e spesso per la medesima situazione patologica. In realtà su queste materie non si ha soltanto una frammentazione di competenze tra i diversi giudici non coordinati tra loro. Ci si trova anche di fronte a numerose fonti normative: i vari problemi della famiglia sono disciplinati, oltre che dai diversi codici, da leggi speciali, che non è qui il caso di elencare. Si potrebbe quindi auspicare anche una valutazione delle realistiche prospettive di un migliore coordinamento delle sparse norme esistenti e dei vari impulsi innovativi, mediante una rivisitazione unitaria, se non una vera e propria svolta organica, per un più chiaro e aggiornato diritto di famiglia.
Ferdinando Santosuosso,Vice presidente emerito della Corte Costituzionale
Giovedí 04 Aprile 2002. Intervento tratto dal quotidiano " Sole 24 ore "