L’adozione: solo nell’interesse del minore
di Franco Occhiogrosso
(articolo pubblicato sulla Gazzetta del mezzogiorno del 10.1.05)
Non si è ancora spenta l’eco della catastrofe del Sud-est asiatico, non si conosce ancora il numero dei morti e dispersi (che forse non sarà mai accertato) che già l’attenzione dell’opinione pubblica si è spostata altrove, alla gara degli aiuti umanitari, all’elogio per la generosità degli italiani, al pubblico ringraziamento per tale generosità. A costo di andare controcorrente non mi sento di condividere questo entusiasmo e sono anzi convinto che i fondi raccolti siano di entità molto inferiore a quella che si sarebbe ottenuta, se la gente avesse maggiore fiducia nelle capacità di coloro che sono chiamati a gestirli, se ritenesse che la trasparenza conclamata sia realmente praticata. E motivi di dubitare di ciò ve ne sono. 1) Il primo riguarda i paesi destinatari degli aiuti: risulta che la prima richiesta fatta da un ministro del governo di Giacarta alla delegazione UE recatasi a conoscere la situazione è stata: qual’è la nostra fetta di torta? Si è concluso che circa il 30% degli aiuti andrà perso per la corruzione esistente in quei paesi. 2) Un altro riguarda il balletto dei candidati al coordinamento degli aiuti. A livello internazionale, gli USA dopo aver costituito il Core Group, una coalizione di Stati destinata a tale compito, hanno poi cambiato idea, decidendo di affidarlo all’ONU, con la singolare motivazione che non intendono strumentalizzare gli scandali recenti del Palazzo di Vetro: e ciò non costituisce certo una garanzia di trasparenza. A livello nazionale, invece, si è finalmente composta la polemica tra Guido Bertolaso, capo della Protezione Civile ed il ministro Fini: alla prima spetterà la gestione delle donazioni private, alla Farnesina quello dei fondi pubblici. Ma la gente non può non chiedersi il perché di tutto ciò e ricordare quell’antico proverbio, secondo cui chi sparte ha la migliore parte. 3) Colpisce poi la disorganizzazione degli interventi: il fatto che gli aiuti italiani restino ammassati all’aeroporto, mentre alcuni feriti hanno sacchi di spazzatura al posto delle lenzuola. 4) E non manca di incidere su tutto il ricordo delle precedenti esperienze di soccorsi mai pervenuti ai destinatari: primo tra tutti quello della missione Arcobaleno. 5) In questo contesto si spiega perché la gente preferisca per gli orfani del maremoto la via dell’adozione a distanza (se ne annunciano mille nella sola Milano), che ciascuno effettua di persona e con diretto controllo delle somme elargite. E invece torna con insistenza il discorso della riforma della legge sull’adozione. Ora è Dalila Di Lazzaro che dichiara di voler riprendere la sua battaglia e propone una petizione popolare e poi addirittura un referendum. In proposito va ribadito con forza che l’adozione deve essere fatta solo nell’interesse dei minori (che non votano, non sottoscrivono petizioni, né partecipano a referendum) e che ogni volta che si parla di semplificazione della legge si fa invece l’interesse degli adulti. Ciò ha bene inteso il recente documento in materia curato dalla Commissione bicamerale per l’infanzia, che potrebbe essere la base per un serio inizio di riflessione.
Franco Occhiogrosso