Comunicato dell’Associazione Italiana Magistrati per i Minorenni e per la Famiglia sulla riforma della giustizia minorile a seguito della conclusione dell'esame da parte della Commissione Giustizia in data 31.7.03 del testo del ddl n. 2517
Abbiamo già espresso – e confermiamo – il nostro giudizio negativo sulla riforma della giustizia minorile proposta dal Governo.
Avevamo sollecitato una pausa di riflessione, ma la Commissione Giustizia della Camera ha ritenuto di concludere l’esame degli emendamenti nella tarda serata di giovedì 31 luglio, con la sola presenza dei rappresentanti della maggioranza, mentre l’opposizione abbandonava i lavori per esprimere in tal modo il proprio dissenso anche rispetto al metodo seguito ed alla brusca e ingiustificata accelerazione impressa negli ultimi giorni.
L’iter è comunque ancora lungo e siamo fiduciosi che il Parlamento correggerà almeno le contraddizioni più evidenti e le approssimazioni tecniche del testo, anche se riteniamo che è totalmente errata l’impostazione complessiva: si tratta di una riforma sbagliata, inutile e al tempo stesso dannosa, inattuabile anche perché non accompagnata da sufficienti risorse finanziarie e adeguata provvista di personale.
Per come si evince dall’intervista rilasciata dal ministro Castelli al quotidiano “La Padania”, l’iniziativa appare unicamente dettata da un intento ingiustificatamente “punitivo” nei confronti dei tribunali per i minorenni, dovuto a una rappresentazione deformata della realtà.
In particolare, il ministro sembra ignorare che le decisioni dei tribunali per i minorenni sono sempre collegiali e non dovute ai soli giudici onorari; inoltre – pur nelle attuali difficoltà, connesse anche ai ritardi del Governo che, per la terza volta, nel giugno scorso, ha rinviato l’entrata in vigore delle norme processuali sulla presenza del difensore nei giudizi di adottabilità e sulla potestà genitoriale (l’esatto contrario, dunque, di ciò che il ministro afferma a parole) - i soggetti interessati, salvi i casi d’urgenza e di grave pericolo per il minore, vengono sempre ascoltati.
La verità è che il disegno di legge del Governo liquida sommariamente un sistema di giustizia minorile assunto a modello da altri Paesi, in sostanziale contrasto con i principi costituzionali e in controtendenza rispetto alla più recente legislazione comunitaria nonché agli impegni assunti dall’Italia in sede internazionale: il tutto con gravissimo pregiudizio dei minori e della famiglia che – se il progetto dovesse essere approvato – sarebbero privati di una tutela giurisdizionale reale ed efficace.
5 agosto 2003 Il Presidente dr. Pasquale Andria