Intervista di Elisabetta Fraccarollo a Piercarlo Pazé, direttore della rivista Minorigiustizia, sulla pratica della messa alla prova in Italia*
La messa alla prova è un istituto tipico del processo minorile, il più innovativo e qualificante l'intervento giudiziario nel settore, introdotto con il D.P.R. n. 448 del 1988. Consiste in un provvedimento di sospensione del processo penale, per un periodo massimo di tre anni, con un programma elaborato dai servizi sociali, condiviso con il minore e la famiglia, che vede l'imputato impegnato in un percorso educativo ai fini della valutazione dell'evoluzione della sua personalità. Nel caso di esito positivo del percorso il giudice dichiara il reato estinto.
Il Procuratore Generale della Corte di Cassazione nella relazione per l’inaugurazione dell’anno giudiziario 2005 ha evidenzaito che “ nel complesso, il procedimento minorile appare adeguato, salvo alcuni miglioramenti specifici da apportare; positivi gli aspetti dell'introduzione dei nuovi istituti della messa alla prova (che si conclude nella maggioranza dei casi con esito positivo) e della declaratoria di irrilevanza del fatto” (v. in questo sito, sezione "Info giustizia minorile").
Nell'intervista a Piercarlo Pazè vengono affrontati gli aspetti più significativi nell'applicazione dell'istituto ed alcune problematiche che sono state affrontate nella giurisprudenza dei giudici minorili.
* Intervista realizzata dalla dott.ssa Elisabetta Fraccarollo nel lavoro di tesi "Gli obiettivi della messa alla prova"- Università degli studi del Piemonte Orientale "Amedeo Avogardo" - Facoltà di Giurisprudenza