In ricordo di Uberto Radaelli
"E' costante proposito di queste nostre pagine il rifuggire da pure astrazioni o da discussioni sulla filosofia della educazione. Non possiamo tuttavia pensare che l'attività educativa e rieducativa che ogni giorno svolgiamo in un istituto, in un focolare od assistendo un minore in libertà, possa andare disgiunta da una concezione della vita dell'uomo, nel suo essere e nel suo divenire".
Con queste parole il Presidente Uberto Radaelli, scomparso il 4 giugno u.s. all'età di 87 anni, apriva il primo fascicolo del 1955 della rivista "Esperienze di rieducazione" ( poi "Esperienze di giustizia minorile") da egli fondata qualche mese prima.
Subito dopo soggiungeva "non possiamo concepire il nostro esercizio professionale senza uno scopo che lo guidi e che valga a coordinare ed a vitalizzare tutte le nostre attività: uno scopo generale dunque, e vicino ad esso un'obbiettivo concreto da proporci per ogni singolo individuo che dobbiamo "restituire" alla società".
Non erano parole di circostanza e lo aveva già dimostrato da quando aveva assunto la direzione dell'Ufficio IV (D.G.I.P.P.) nel 1951 e poi via via sino al 1974 quando venne nominato Presidente del Tribunale per i Minorenni de L' Aquila.
Il Pres. Radaelli, attraverso la propria infaticabile opera di giurista e di educatore, illuminata dalle sue grandi doti di umanità ha contribuito, in maniera notevolissima, a sensibilizzare gli operatori del diritto minorile e la pubblica opinione soprattutto ai problemi della gioventù in difficoltà.
I molti anni della sua direzione all'Ufficio minorenni sono stati densi di iniziative e modifiche:
- D.P. 28/6/55 n. 1538 (decentramento dei servizi del Ministero G.G. - Norme concernenti i centri di rieducazione per i minorenni);
- istituzione della Scuola di Formazione del personale minorile di Roma e poi di quelle di Castiglione delle Stiviere e di Messina;
- legge 25/7/56 n. 888 che vide tra l'altro l'istituzione degli uffici di servizio sociale per i minorenni (notevole integrazione al R.D.L. del 1934);
- legge 5/6/67 n. 431 - modifiche al titolo VIII del libro I del c.c. "dell'adozione" ed inserimento del nuovo capo III con il titolo "dell'adozione speciale".
Radaelli tenne molto a tale Legge e la diffuse, attraverso pubblicazioni e convegni, per una giusta interpretazione ed applicazione che più garantissero la realizzazione dei diritti dei minori abbandonati.
E' davvero difficile quantificare l'apporto dato da Uberto Radaelli anche in campo internazionale, ove era molto apprezzato per le sue qualità umane e le sue capacità di ricerca di soluzioni equilibrate e serene.
Si può ben dire, dunque, come è stato autorevolmente scritto nei giorni scorsi, che U.R. è stato uno dei fondatori della giustizia minorile italiana "e un grande magistrato minorile ed un vero maestro di vita".
G.V.